Per raccontare la nostra storia dobbiamo partire da mio padre, Edo Ansaloni.
Aveva 18 anni quando con uno spirito anche un po’ di incoscienza, si avviò per le vie di Bologna per documentare quella che sarebbe poi diventata, la storia.
Sono Arturo Ansaloni e il Museo Memoriale della Libertà fa parte della nostra famiglia ancora oggi.
Mio padre ha sempre avuto la passione della cinematografia, infatti durante la Seconda guerra mondiale, saliva sui tetti di Bologna e riprendeva i bombardamenti sulla città. È così che si ritrovò a riprendere anche l’entrata delle prime truppe Polacche a Bologna nel giorno della Liberazione il 21 aprile 1945.
Allora non ne era consapevole, ma quel giorno la sua cinepresa immortalò e registrò video di estrema importanza storica.
Nel 2000 corona il sogno di dare voce alla storia, e nell’anno in cui la sua amata Bologna fu eletta città europea della cultura, inaugura il Museo Memoriale della Libertà.
Mio padre Edo dedicò questo museo in primis a mio nonno, di cui porto il nome, che prese parte alla Liberazione di Bologna insieme alle forze partigiane, ma anche in memoria di tutti coloro che hanno perso la vita in una Guerra che ha cambiato per sempre la storia.
Nella creazione di questo Museo han preso parte numerosi professionisti. È stato così possibile realizzare un museo unico nel suo genere, un museo sensoriale, creato con materiali e tecniche tuttora all’avanguardia.
La volontà di mio padre era quella di far conoscere alle nuove generazioni l’atrocità della guerra.
Ricordava sempre, prima di entrare nel museo, di osservare il silenzio perché desiderava che le persone percepissero qualsiasi emozione suscitata durante la visita.
Sono Chiara, nipote di Edo Ansaloni e oggi il Museo fa parte di me. Sono cresciuta circondata dalla storia e dai racconti di mio nonno. Lo ricordo ancora quando rievocava ricordi di quando, assieme al suo amico fraterno, Piero, saliva sui tetti di Bologna a riprendere i bombardamenti.
Mio nonno è sempre stato un grande innovatore.
Nel 1925, suo padre Arturo Ansaloni ha aperto un azienda floro vivaistica che inizialmente produceva milione di piantine da fiore e frutto. Negli anni si è ampliata ed ha avuto anche un reparto giardini, facendo giardini ad importanti persone di Roma e Bologna.
Mio nonno, dopo la precoce morte di suo padre nel 1953, ha ampliato i viaggi che già faceva, andando fino negli Stati Uniti. È negli States che scoprì i Garden Center che importò poi per primo in Europa.